L’incantevole arte della scultura dell pietra, del passato e presente, prende vita a Padula.Edizione 2022 “La magia degli elementi”
Opere meravigliose, la commissione ha deciso per un unico vincitore, tutti…
La storia
La Certosa di Padula ha avuto nei secoli un’importanza determinante nella vita socio-economica di Padula soprattutto perché essendo stata un cantiere perenne ha inciso profondamente nel diffondersi di attività artigianali e manuali tra le genti locali
Alla metà del XIX secolo si contavano 505 artigiani e tra essi 35 muratori, 3 tagliapietre e soprattutto 240 scalpellini: un esercito di addetti alla lavorazione della pietra che hanno lasciato testimonianze della loro opera anche fuori del territorio del Vallo di Diano e dell’Italia stessa.
Le cave dalle quali proveniva la materia prima erano diverse; le due più importanti sono quella del Tempone e quella della Serra. La “pietra di Padula” è un’arenaria calcarea (calcarenite) fossilifera dal colore bianco avorio con piccolissimi granuli scuri, in termini locali detti “pulci”, i quali sovente si presentano sotto forma di vere e proprie macchie e determinano un grosso spreco di materiale per selezionarne del pregiato. La sua pastosità, a fronte della sua durezza, ne conserva la lavorabilità scultorea che nei secoli si è manifestata dalle opere d’arte nella Certosa ai manufatti e agli elementi decorativi sparsi in tutte le case di Padula: vasi, mortai, architravi, ornie, soglie lavorate e con portavasi laterali figurati e soprattutto portali di abitazioni e di edifici religiosi. Per avere un’idea fedele della bellezza di tali opera basterà fare una passeggiata nel cuore del centro storico dove tutti questi splendidi manufatti perpetuano il fascino di un’epoca passata e di attività manuali che oggi forse appaiono irreali. Vale la pena soffermarsi tra tutti i mastri scalpellini di cui si ha memoria nel Settecento ( Giuseppe Brigante, Pietro Cavolo, Giuseppe Morra, Lorenzo Marino, Francesco Moscarella, ecc.) sul nome di Andrea Carrara cui vanno attribuiti nella Certosa di San Lorenzo, oltre ad alcune metope della trabeazione del Chiostro Grande, i busti degli Evangelisti, della Vergine con Bambino e di S. Anna e la Vergine posti sul secondo ordine di finestre della facciata; egli ha lasciato, tra l’altro, in Padula le statu di San Vito sulla facciata dell’omonima cappella, di una Madonna con Bambino e di un San Michele nella cappella del Monte Romito. Lo stesso ha firmato nel presbiterio della chiesa madre dell’Assunta di Sanza i busti di un San Giuseppe con Bambino, di un San Pietro e di un San Paolo, probabili residue testimonianze di un ciclo più vasto, e il portale della Chiesa di San Zaccaria a Brienza, città dove morì il 28 agosto 1757.
Donald Sufka
Ttolo: Idolo
L’idea è pervenuta al giovane artista dalla forma stessa che caratterizzava già il blocco su cui lavorare. Ispirandosi agli idoli che furono scolpiti nelle Isole Cicladi cinquemila anni fa’ circa. Donald Sufka ci offre una personale interpretazione di questa sua scultura che ha radici anche nello studio delle forme contemporanee insegnateci da Brancusi e da Modigliani. L’opera è ottenuta non aggressivamente penetrando nella materia per evidenziare i vuoti sui pieni, ma essa è caratterizzata fuoriuscita di una forma bella ed elegante nel suo insieme monumentale. Il tutto è ottenuto come una carezza data a questo volto stilizzato solo da scalpello e mazzetta e su questa pietra di Padula che, duttile qual’è si presta ad una soluzione scultorea contemporanea ottenuta con tecnica del passato che all’artista è servita per dare vita ad una sua opera moderna, figurativa, contemporanea.
Donald Sufka
Michela Tabaton Osbourne
Titolo: Radici
L’opera, in cui e’ incastrata una maschera ricavata dallo stesso blocco, invita lo spettatore ad avvicinarsi e riscoprire la magia della pietra di Padula,
Il volto introspettivo rappresenta una divinità’ dell’acqua, che entra in dialogo con la pietra lasciata volutamente grezza per mettere al centro dell’attenzione la trasformazione della stessa, plasmata con il passare del tempo e all’esposizione agli elementi.
Emerge un altro volto dalla buccia della pietra, nascosto in parte come le radici di una pianta; come le radici in quanto memoria storica di un paese.
Padula – costruita sulla pietra e grazie ad una tradizione, ormai quasi perduta, di scalpellini. Anche quando poco percettibili le radici sono sempre presenti, fondamentali e profonde per la vita e la memoria.
Michela Tabaton-Osbourne
Oriana Vertucci
PANTA REI richiama al concetto del “tutto scorre” proprio come l’acqua, il tempo, e la vita.
L’artista ha concentrato la sua attenzione sugli ELEMENTI, quindi ha scolpito un flusso d’ ACQUA che nasce dalla roccia, e si muove verso l’alto infrangendosi sulla parete della roccia. A contatto con l’ ARIA, l’acqua, ricca di calcare, si calcifica e ritorna ad essere PIETRA.
Vediamo quindi, al suo interno, il simbolo chimico dell’acqua: il triangolo con il vertice verso il basso, che rappresenta anche il simbolo della femminilità.
Tale riferimento si può leggere nei contorni della scultura, che rimandano alla silhouette femminile. Ritroviamo anche un riferimento alla clessidra, che rappresenta lo scorrere del tempo e dell acqua.
Oriana Vertucci
Valeria Greco
Titolo: L’ascolto come memoria, la parola come messaggio
L’artista ha voluto figurare le funzioni della pietra di Padula. Dei cinque sensi la scultrice evidenzia nella sua opera figurativa quello dell’ascolto, più passivo ed accogliente e quello della parola, invece, attivo e volontario perché proiettato verso l’esterno.
Attraverso la propria figura scolpita dell’uomo che ascolta e poi parla, Valeria Greco ci dice il blocco di pietra di Padula scolpito non è più materia amorfa, inerme, ma ha acquistato vita e perciò comunica con i propri fruitori
Valeria Greco
Donald Sufka
Ttolo: Idolo
L’idea è pervenuta al giovane artista dalla forma stessa che caratterizzava già il blocco su cui lavorare. Ispirandosi agli idoli che furono scolpiti nelle Isole Cicladi cinquemila anni fa’ circa. Donald Sufka ci offre una personale interpretazione di questa sua scultura che ha radici anche nello studio delle forme contemporanee insegnateci da Brancusi e da Modigliani. L’opera è ottenuta non aggressivamente penetrando nella materia per evidenziare i vuoti sui pieni, ma essa è caratterizzata fuoriuscita di una forma bella ed elegante nel suo insieme monumentale. Il tutto è ottenuto come una carezza data a questo volto stilizzato solo da scalpello e mazzetta e su questa pietra di Padula che, duttile qual’è si presta ad una soluzione scultorea contemporanea ottenuta con tecnica del passato che all’artista è servita per dare vita ad una sua opera moderna, figurativa, contemporanea.
Donald Sufka
Michela Tabaton Osbourne
Titolo: Radici
L’opera, in cui e’ incastrata una maschera ricavata dallo stesso blocco, invita lo spettatore ad avvicinarsi e riscoprire la magia della pietra di Padula,
Il volto introspettivo rappresenta una divinità’ dell’acqua, che entra in dialogo con la pietra lasciata volutamente grezza per mettere al centro dell’attenzione la trasformazione della stessa, plasmata con il passare del tempo e all’esposizione agli elementi.
Emerge un altro volto dalla buccia della pietra, nascosto in parte come le radici di una pianta; come le radici in quanto memoria storica di un paese.
Padula – costruita sulla pietra e grazie ad una tradizione, ormai quasi perduta, di scalpellini. Anche quando poco percettibili le radici sono sempre presenti, fondamentali e profonde per la vita e la memoria.
Michela Tabaton-Osbourne
Oriana Vertucci
PANTA REI richiama al concetto del “tutto scorre” proprio come l’acqua, il tempo, e la vita.
L’artista ha concentrato la sua attenzione sugli ELEMENTI, quindi ha scolpito un flusso d’ ACQUA che nasce dalla roccia, e si muove verso l’alto infrangendosi sulla parete della roccia. A contatto con l’ ARIA, l’acqua, ricca di calcare, si calcifica e ritorna ad essere PIETRA.
Vediamo quindi, al suo interno, il simbolo chimico dell’acqua: il triangolo con il vertice verso il basso, che rappresenta anche il simbolo della femminilità.
Tale riferimento si può leggere nei contorni della scultura, che rimandano alla silhouette femminile. Ritroviamo anche un riferimento alla clessidra, che rappresenta lo scorrere del tempo e dell acqua.
Oriana Vertucci
Valeria Greco
Titolo: L’ascolto come memoria, la parola come messaggio
L’artista ha voluto figurare le funzioni della pietra di Padula. Dei cinque sensi la scultrice evidenzia nella sua opera figurativa quello dell’ascolto, più passivo ed accogliente e quello della parola, invece, attivo e volontario perché proiettato verso l’esterno.
Attraverso la propria figura scolpita dell’uomo che ascolta e poi parla, Valeria Greco ci dice il blocco di pietra di Padula scolpito non è più materia amorfa, inerme, ma ha acquistato vita e perciò comunica con i propri fruitori
Valeria Greco