Chiesa della SS. Annunziata
La visita pastorale che il vescovo di Capaccio effettuò a Padula nel 1619 costituisce il riferimento storico più antico legato alla chiesa. In quella cronaca viene citato anche l’ospedale annesso e un brefotrofio, soppressi poi probabilmente all’inizio del diciottesimo secolo. Ma altri fattori contribuirono certamente alla distruzione di quelle fabbriche: anzitutto il terremoto del 1857 e, successivamente, la costruzione della strada che da valle conduce alla sommità dell’abitato. Lavori, questi ultimi, che isolarono completamente la chiesa e che portarono alla demolizione della cappella di San Marco che si trovava poco più in basso dell’Annunziata e di cui è ancora visibile un affresco recentemente restaurato. Un primo totale rifacimento risale alla fine del Settecento, quando furono rialzati il tetto ed il soffitto; sulla parete est si notano ancora le precedenti finestrature poste più in basso rispetto alle attuali. Nel 1957, in occasione del Centenario della spedizione di Carlo Pisacane, al di sotto della chiesa fu costruito l’ossario contenente i resti di alcuni dei Trecento “giovani e forti”. All’ingresso della chiesa si accede attraverso una scala a doppia rampa; esso è inquadrato da un portale in pietra quattrocentesco che richiama quello della chiesa di Sant’Agostino. Sul lato ovest si trovano la sacrestia e la torre campanaria a pianta quadrata, con gli spigoli rinforzati in pietra. Sul versante opposto alla sua sede originaria è stato ricollocato il portale in pietra a grosse bugne con arco a tutto sesto che introduceva al cortile dell’ospedale; sulla chiave di volta dell’arco è sbalzata l’oca, simbolo di Padula. L’aula della chiesa, di forma rettangolare, coperta da una volta a sesto leggermente ribassato, presenta sei altari votivi sui due lati maggiori. Il presbiterio è rialzato di uno scalino rispetto all’aula e si conclude con un’abside poligonale.
La Storia
Chiesa della SS. Annunziata
La visita pastorale che il vescovo di Capaccio effettuò a Padula nel 1619 costituisce il riferimento storico più antico legato alla chiesa. In quella cronaca viene citato anche l’ospedale annesso e un brefotrofio, soppressi poi probabilmente all’inizio del diciottesimo secolo. Ma altri fattori contribuirono certamente alla distruzione di quelle fabbriche: anzitutto il terremoto del 1857 e, successivamente, la costruzione della strada che da valle conduce alla sommità dell’abitato. Lavori, questi ultimi, che isolarono completamente la chiesa e che portarono alla demolizione della cappella di San Marco che si trovava poco più in basso dell’Annunziata e di cui è ancora visibile un affresco recentemente restaurato. Un primo totale rifacimento risale alla fine del Settecento, quando furono rialzati il tetto ed il soffitto; sulla parete est si notano ancora le precedenti finestrature poste più in basso rispetto alle attuali. Nel 1957, in occasione del Centenario della spedizione di Carlo Pisacane, al di sotto della chiesa fu costruito l’ossario contenente i resti di alcuni dei Trecento “giovani e forti”. All’ingresso della chiesa si accede attraverso una scala a doppia rampa; esso è inquadrato da un portale in pietra quattrocentesco che richiama quello della chiesa di Sant’Agostino. Sul lato ovest si trovano la sacrestia e la torre campanaria a pianta quadrata, con gli spigoli rinforzati in pietra. Sul versante opposto alla sua sede originaria è stato ricollocato il portale in pietra a grosse bugne con arco a tutto sesto che introduceva al cortile dell’ospedale; sulla chiave di volta dell’arco è sbalzata l’oca, simbolo di Padula. L’aula della chiesa, di forma rettangolare, coperta da una volta a sesto leggermente ribassato, presenta sei altari votivi sui due lati maggiori. Il presbiterio è rialzato di uno scalino rispetto all’aula e si conclude con un’abside poligonale.