Territorio ricco di storia, tradizione, fede, cultura e natura,  il Vallo di Diano ha permesso a tutte le civiltà che in ogni  tempo vi hanno dimorato, di vivere con la consapevolezza  di trovarsi in un’area rigogliosa ed unica nel suo genere.  Sulle colline prossime a Padula sono state rinvenute testimonianze lontanissime, risalenti alla fine del Neolitico  (cosiddetta Cultura del Gaudo) con una continuità di vita  documentata fino all’arrivo dei Greci. 

La Storia

PARCO ARCHEOLOGICO DI COSILINUM

Territorio ricco di storia, tradizione, fede, cultura e natura,  il Vallo di Diano ha permesso a tutte le civiltà che in ogni  tempo vi hanno dimorato, di vivere con la consapevolezza  di trovarsi in un’area rigogliosa ed unica nel suo genere.  Sulle colline prossime a Padula sono state rinvenute testimonianze lontanissime, risalenti alla fine del Neolitico  (cosiddetta Cultura del Gaudo) con una continuità di vita  documentata fino all’arrivo dei Greci. Verso il XII sec. a.C.,  nella Valle dell’Agri (in Basilicata), compare l’insediamento  di Paterno e non sembra improbabile che esso fosse in relazione con la vicina Cosilinum. Infatti i fiorenti commerci di  Siri ed Eraclea, che confluivano proprio nella Valle dell’Agri,  avevano nel Vallo di Diano il naturale luogo d’incontro con  quelli delle popolazioni provenienti dal versante tirrenico  (attraverso la valle del Bussento, alla cui foce era lo scalo  commerciale di Pixunte, oggi Policastro). Il Vallo era cioè un  floridissimo mercato interno della Magna Grecia, dove la  cultura italica enotrio-ausonica progressivamente si “elle  nizza” a contatto con i coloni greci della costa (achei sullo  Ionio, ionico-calcidesi sul Tirreno). In tale contesto, a parti  re dal VII-VI sec. a.C., sull’area ora denominata Civita – tra i  colli Cornito e S. Sepolcro – si costituì ed affermò Cosilinum,  insediamento prima lucano e poi romano, menzionato dagli  storici antichi. La città divenne Municipio Romano nell’an  no 89 a.C. e fu fiorente per molti secoli, risultando abitata  fino al IX d.C., quando venne definitivamente abbandonata  in seguito alle invasioni saracene ed arabe. Sono ancora  visibili i resti di alcune abitazioni, le fortificazioni in opus  poligonale dell’area sacra e la cosiddetta Torre Sillana nella  parte alta dell’acropoli. Ai piedi dell’abitato, tra le località S.  Biagio e Vascella, erano ubicati diversi edifici pubblici e  sacri (teatro, tempio, ville suburbane) a testimoniare l’esistenza di numerosi insediamenti minori o pagi, tra i quali  c’era pure Marcellianum (oggi S. Giovanni in Fonte).  Numerose anche le necropoli, attestate nelle località S.  Francesco, Pantanello, Valle Pupina, Sterpone e S.  Cristoforo. Molti dei resti monumentali di Cosilinum (rocchi di colonne, capitelli, sarcofagi, epigrafi, steli, statue,  monete, vasi, mosaici) sono stati collocati nel Museo  Archeologico della Lucania Occidentale in Certosa.  Diventata oggi Parco Archeologico, con punto d’accoglienza  e didascalie lungo i sentieri, l’area di Cosilinum sta attraversando un periodo di completa riqualificazione.
Fonte novacivitas
Condividi la meraviglia del nostro paese.