Il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale nasce nel 1957 per raccogliere i ricchi reperti degli scavi eseguiti dalla Direzione dei Musei Provinciali di Salerno, particolarmente a Sala Consilina e Padula (circa 1500 tombe)[expander_maker id=”1″ more=”Read more” less=”Read less”]Read more hidden text

Nel museo inoltre sono conservati i materiali rinvenuti nel circondario alla fine dell’Ottocento. Successivamente il museo si è arricchito di reperti provenienti dagli scavi eseguiti dal 1957 al 1967, quando si recuperarono le tombe in località Menafra a Sala Consilina. L’esposizione abbraccia un arco temporale di ben 16 secoli – dal X sec. a.C. al VI sec. d.C. – ed è destinata ad ampliarsi con i materiali provenienti da altre importanti realtà archeologiche del Vallo. Il percorso museale parte dai reperti della prima Età del ferro, durante la quale nel Vallo di Diano si pratica quasi esclusivamente il rito dell’incinerazione dei defunti. Le tombe maschili presentano armi e fibule ad arco serpeggiante, quelle femminili contengono gli oggetti della filatura e fibule ad arco ingrossato. Dal IX sec. in poi i corredi sepolcrali presentano un numero maggiore di oggetti. In particolare, le tombe femminili dell’VIII sec. sono ricche di oggetti ornamentali. Sempre in questo secolo si comincia a trovare nelle tombe un genere di vaso, il kántharos, di origine balcanica, la cui presenza perdurerà, seppur con varianti morfologiche, finché la necropoli di Sala continuerà a essere utilizzata. Nella seconda metà del VII sec. compaiono altri vasi, tra cui l’oinochóe (vaso per versare il vino), mentre diminuiscono gli oggetti di ornamento personale e delle fibule. Nelle sepolture maschili le armi sono tutte in ferro. La necropoli di Padula è caratterizzata dalla presenza di vasi greci, attici, di eccellente qualità: essi hanno consentito non solo di datare, ma anche di classificare le sepolture, distinguendo (secondo la tipologia dei vasi) quelle maschili da quelle femminili. Infatti, solo raramente si sono trovati armi e oggetti di ornamento personale. Al IV sec. a.C. appartiene un gruppo di antefisse con rappresentazione di teste di Menadi e Sileni, rinvenute nel 1957-58. Del III-II sec. a.C. è il gruppo dei capitelli figurati, scoperti alla fine del secolo scorso nei pressi della Certosa; le statue e le stele funerarie sono della tarda età repubblicana. All’epoca tardo-antica (III-IV sec. d.C.) appartengono, infine, i materiali provenienti da una villa romana, poi trasformata probabilmente in basilica paleocristiana, scoperta nel 1956.

Fonte : MIBACT [/expander_maker]

Il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale nasce nel 1957 per raccogliere i ricchi reperti degli scavi eseguiti dalla Direzione dei Musei Provinciali di Salerno, particolarmente a Sala Consilina e Padula (circa 1500 tombe)

Nel museo inoltre sono conservati i materiali rinvenuti nel circondario alla fine dell’Ottocento. Successivamente il museo si è arricchito di reperti provenienti dagli scavi eseguiti dal 1957 al 1967, quando si recuperarono le tombe in località Menafra a Sala Consilina. L’esposizione abbraccia un arco temporale di ben 16 secoli – dal X sec. a.C. al VI sec. d.C. – ed è destinata ad ampliarsi con i materiali provenienti da altre importanti realtà archeologiche del Vallo. Il percorso museale parte dai reperti della prima Età del ferro, durante la quale nel Vallo di Diano si pratica quasi esclusivamente il rito dell’incinerazione dei defunti. Le tombe maschili presentano armi e fibule ad arco serpeggiante, quelle femminili contengono gli oggetti della filatura e fibule ad arco ingrossato. Dal IX sec. in poi i corredi sepolcrali presentano un numero maggiore di oggetti. In particolare, le tombe femminili dell’VIII sec. sono ricche di oggetti ornamentali. Sempre in questo secolo si comincia a trovare nelle tombe un genere di vaso, il kántharos, di origine balcanica, la cui presenza perdurerà, seppur con varianti morfologiche, finché la necropoli di Sala continuerà a essere utilizzata. Nella seconda metà del VII sec. compaiono altri vasi, tra cui l’oinochóe (vaso per versare il vino), mentre diminuiscono gli oggetti di ornamento personale e delle fibule. Nelle sepolture maschili le armi sono tutte in ferro. La necropoli di Padula è caratterizzata dalla presenza di vasi greci, attici, di eccellente qualità: essi hanno consentito non solo di datare, ma anche di classificare le sepolture, distinguendo (secondo la tipologia dei vasi) quelle maschili da quelle femminili. Infatti, solo raramente si sono trovati armi e oggetti di ornamento personale. Al IV sec. a.C. appartiene un gruppo di antefisse con rappresentazione di teste di Menadi e Sileni, rinvenute nel 1957-58. Del III-II sec. a.C. è il gruppo dei capitelli figurati, scoperti alla fine del secolo scorso nei pressi della Certosa; le statue e le stele funerarie sono della tarda età repubblicana. All’epoca tardo-antica (III-IV sec. d.C.) appartengono, infine, i materiali provenienti da una villa romana, poi trasformata probabilmente in basilica paleocristiana, scoperta nel 1956.

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