Risalente al IX secolo ma di gusto oggi barocco, la  chiesa conserva le tre navate originarie (la volta di quella  centrale è stata ridipinta, insieme alla cupola, nel 1954) [expander_maker id=”1″ more=”Read more” less=”Read less”]si  è arricchita nei secoli con opere commissionate dalle principali famiglie padulesi. Tra tutte, spiccano preziose lavorazioni in marmo e in “pietra di Padula” opera di Andrea  Carrara (capolavoro l’acquasantiera sulla destra), nonché  mirabili sculture lignee della rinomata famiglia di artisti ed  incisori dei Cariello. In chiesa sono custodite anche un’epigrafe proveniente dalla diruta chiesa di S. Pietro Coldilongo  e, in sacrestia, il dittico su legno di Stefano Sparano, datato  al 1509 e raffigurante i SS. Giovanni Evangelista e Agostino  (proveniente da S. Agostino). Rilevante è altresì il fondo  documentario e archivistico della chiesa, in cui si segnalano  le 147 pergamene che vanno dal febbraio 1371 al dicembre  1829. Presso la chiesa, sorge la seicentesca Casa Netti, ora  proprietà Cariello, con struttura fortificata ed imponente  portale. Nel cortile in pietra, ancora aleggia lo spirito rivoluzionario dei fratelli protagonisti della Repubblica  Partenopea del 1799, ricordati in un’iscrizione latina sul  pozzo.[/expander_maker]

Approfondimento

La Storia

Chiesa Madre dell’Arcangelo Michele

La Chiesa dell’Arcangelo Michele, collocata sul punto più alto dell’abitato padulese, risale al IX-X secolo; fu probabilmente fondata grazie all’opera di un gruppo di Cosilinati che, abbandonata la distrutta Cosilinum, eressero nel loro nuovo insediamento il luogo di culto. La chiesa è nota anche come Chiesa di Sant’Angelo, titolo legato probabilmente anche alla vicinanza di una porta cittadina, la “Porta dell’Angelo”. L’edificio si presenta con una pianta a croce latina a tre navate. La facciata è suddivisa in tre sezioni da una scansione di doppie lesene: ognuna delle parti ha il suo ingresso inquadrato da portali in pietra in corrispondenza delle navate. La facciata si innalza solo in corrispondenza della navata principale, laddove è posta una nicchia che ospita la statua in pietra dell’Arcangelo Michele inquadrata da una decorazione a lesene con un piccolo timpano conclusivo. Il campanile con orologio sorge sul lato sinistro della facciata ed è suddiviso in tre ordini: il primo, a sezione quadrata, è in mattoni pieni e muratura; il secondo presenta due aperture a tutto sesto sui lati rivolti ad ovest e a sud, mentre sui versanti est e nord le aperture sono bifore con colonnine e capitelli in pietra di Padula; il terzo, infine, è a sezione circolare con aperture a tutto sesto. Linterno della chiesa è, dunque, a tre navate; all’incrocio del transetto con la navata maggiore, che ha copertura a volta, si imposta la cupola con lanterna, affrescata da tal Pennino Rocco nel 1954. Le navate laterali presentano una serie di cappelle con copertura a volta ribassata. All’ingresso della navata laterale destra si trova la Cappella dell’Immacolata che custodisce la fonte battesimale, più avanti l’ingresso alla sagrestia e, in fondo, la cappella del Crocifisso delimitata da un arcone. Lungo la navata laterale sinistra si susseguono invece l’ingresso al campanile, diverse cappelle interne ed, infine, la cappella del Cuore di Gesù. Sull’ingresso alla navata maggiore è posto un maestoso organo a canne tardo settecentesco recentemente restaurato. Il presbiterio, delimitato da una balaustra in marmi policromi, è sollevato di due gradini rispetto all’aula e si conclude con un’abside poligonale dalle cui pareti è staccato l’altare con la soprastante monumentale e ricca edicola in marmi policromi e vetro, dov’è collocata la statua dell’Arcangelo Michele, patrono di Padula. Diverse opere collocate nella chiesa madre provengono da altri edifici religiosi padulesi. Tra queste, molto interessante, è il dittico su legno di Stefano Sparano, datato al 1509: vi sono raffigurati i santi Giovanni Evangelista a sinistra e Sant’Agostino a destra; l’opera attualmente esposta nel presbiterio proviene dalla chiesa di Sant’Agostino. Splendida è anche l’acquasantiera posta all’inizio della navata principale; ha basamento in pietra ornato con teste di putti e foglie d’acanto. Anche la vasca è decorata con teste alate di putti. L’opera proviene dalla Certosa di San Lorenzo, così come stessa origine ha il confessionale con colonnine tortili. Degno di nota, infine, è l’altare ligneo intarsiato, di fattura settecentesca, conservato nella sacrestia. Rilevante è, altresì, il fondo pergamenaceo conservato nella sacrestia composto da 147 documenti, che vanno dal febbraio 1371 al dicembre 1829 e che consentono l’individuazione di non pochi aspetti della vita sociale e religiosa della comunità padulese dei secoli scorsi, contribuendo a far luce su quella parte di vicende storiche non riconducibili direttamente alla presenza della Certosa.

Approfondimento

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